Cronaca

Occupazione giovanile, un disastro in provincia Senza lavoro quasi 3 ragazzi su 10 ma i cremonesi non smettono di cercare

Quasi tre ragazzi cremonesi su dieci di età compresa tra i 15 e i 24 anni sono disoccupati. Cremona è al secondo posto in regione per disoccupazione giovanile con un tasso pari al 26,4%, solo dietro Mantova (28,1%). Primo posto per disoccupazione giovanile maschile con il 26,9%, quinto posto per quella femminile con 25,5%. E i dati sono quelli del 2010, gli unici disponibili per ora a livello provinciale. Sono, infatti, ricavati dall’Indagine annuale delle forze di lavoro che Istat pubblica solo una volta l’anno. I dati aggiornati al 2011 saranno disponibili ad aprile 2012 quando la situazione potrebbe essere ancora più grave.
Per quanto riguarda la disoccupazione in generale, Cremona vede peggiorare la propria posizione rispetto alla situazione delle altre province lombarde. Su undici posizioni, Cremona è all’ottavo posto nel 2007, al quinto posto nel 2008, al quarto nel 2009, al primo nel 2010 per tasso di disoccupazione (6,6%). Il peggiore in Lombardia. Una situazione preoccupante, resa ancora più grave se si considera la presenza massiccia sul territorio cremonese di persone anziane, già uscite dal mondo del lavoro.
I dati Istat sono pesanti, per questo è giusto sapere come vengono ricavati. Le due condizioni per entrare nella statistica del tasso di disoccupazione – secondo i parametri europei – sono essere disoccupato e aver cercato lavoro nell’ultima settimana. Se, il giovane che risponde all’Istat dice di non essersi adoperato negli ultimi sette giorni per trovare un impiego non viene conteggiato. Tassi, dunque, da prendere con le pinze che possono essere inferiori rispetto alla situazione reale o incompleti, non potendo tener conto della grossa fetta del lavoro nero.
Altri elementi: la provincia cremonese soffre di una riduzione delle Forze di lavoro soprattutto maschili, non completamente compensata da un effettivo aumento di quelle femminili, con la seguente perdita di 2 mila unità dello stock complessivo nel 2010. Si riduce, dunque, il tasso di attività. Per quanto riguarda il numero degli occupati, a Cremona lo stock degli occupati di genere maschile registra rispetto al 2008 una perdita particolarmente rilevanti di 4 mila unità: la più consistente di tutte le province lombarde. Per numero di disoccupati, Cremona passa da 3 mila disoccupati maschi del 2008 a 6 mila nel 2010, da 4 mila disoccupate femmine a 5 mila.

MERCATO DINAMICO: IN NOVE MESI 34 MILA CONTRATTI
Un’altra fonte importante per un quadro sulla situazione del lavoro in provincia a Cremona è la banca dati provinciale delle comunicazioni che i datori di lavoro sono obbligati ad inviare ai centri per l’impiego, questi aggiornati a settembre 2011 (non a dicembre 2011 per un problema tecnico). Con i numeri dei Cob è possibile ricostruire l’andamento della domanda di lavoro.
Ebbene, nel cremonese, il mercato del lavoro non risulta bloccato. Su nove mesi del 2011 i contratti di assunzione (non soggetti assunti) sono stati 34 mila. 31.212 le persone assunte, 54% uomini e 46% donne. Le cessazioni hanno coinvolto 28.825 persone. L’età media è di 35-36 anni.
Un trend altalenante tra assunzioni e cessazioni da gennaio a settembre: positivo nel primo trimestre (le assunzioni hanno superato le cessazioni di 3.556 unità), negativo nel secondo (le cessazioni hanno superato le assunzioni di 1.083 unità), in leggero recupero nel terzo trimestre.
Sul complesso delle assunzioni, l’83% riguarda contratti di lavoro dipendente. Di questi, il 42% si riferisce a contratti di lavoro subordinato a tempo determinato, il 20% a contratti di somministrazione, il 19% a contratti a tempo indeterminato, il 2% a contratti di apprendistato.
Da questi numeri, dunque, emerge un certo grado di incertezza dei datori di lavoro cremonesi nei confronti dei contratti a lungo termine, ma – parallelamente – una certa spinta a muovere il mercato del lavoro. I cremonesi non sono “fannulloni”, cercano ancora lavoro e i contratti – seppur precari – vengono fatti.

AMMORTIZZATORI SOCIALI: IN CALO LE CASSE INTEGRAZIONI
La situazione è in linea con la tendenza regionale di una diminuzione del ricorso agli ammortizzatori. Nel 2011, per tutti i tipi di Cassa integrazione, si registra una diminuzione rilevante: 21% in meno di Cassa ordinaria, 54% in meno di Cassa straordinaria, 56% in meno di Cassa in deroga. Una notizia positiva? Non proprio. Le aziende sembrerebbero ricorrere meno agli ammortizzatori perché passano alla chiusura degli stabilimenti o perché giungono al limite fisiologico del loro utilizzo, mettendo i propri lavoratori in mobilità, anticamera del licenziamento.  Un fenomeno che deve essere valutato attentamente, alla luce di altri indicatori che non sono attualmente ancora disponibili in modo adeguato.

Tutti i dati forniti provengono da un’analisi della situazione del mercato del lavoro cremonese elaborata dal Settore Lavoro, Formazione e Servizi Sociali della Provincia di Cremona.

 

Greta Filippini

 

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