Dalla Regione arriva il sì alla discarica di amianto
Arriva il sì dalla Regione alla discarica di amianto a Cappella Cantone. Notizia che in poco tempo ha scatenato la dura reazione degli oppositori. Dopo il passaggio della questione nella Giunta provinciale in mattinata con la definizione di una delibera che si è mantenuta nel solco dell’ultimo Consiglio provinciale (richiesta di un confronto con la Regione per ipotesi alternative), alle 15,30 ha preso il via a Milano la conferenza dei servizi. Conferenza conclusa alle 18 con il sì regionale. “La Regione ha dato questo parere – afferma l’assessore provinciale all’ambiente Gianluca Pinotti (sopra), presente all’incontro – noi abbiamo presentato la nostra delibera che chiedeva di avviare un confronto per la ricerca di soluzioni alternative. Ora porterò l’esito della conferenza al presidente e alla maggioranza per vedere come muoverci”. “Abbiamo illustrato le nostre motivazioni – prosegue – considerate le sollecitazioni di amministrazioni locali e attività produttive preoccupate. Già a giugno avevamo richiesto di considerare le ricadute. Questo è un esito che porta a una riflessione. Ora valuteremo come procedere: nessuna ipotesi è scartata”.
La Giunta, si legge nel documento definito in mattinata, delibera “di chiedere a Regione Lombardia l’avvio di un confronto teso ad individuare eventualmente altre ipotesi di soluzione allo smaltimento dell’amianto, in una logica ispirata a un criterio di federalismo responsabile”. Quanto al parere sul rilascio dell’Aia, la Giunta non ha preso posizione in attesa di risposte sulle eventuali soluzioni alternative: delibera “di non esprimere il proprio parere in merito al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale al legale rappresentante della Cavenord S.r.l. in attesa di riscontro, da parte di Regione Lombardia, alla richiesta di cui al punto che precede”.
Le rilevazioni dell’Arpa sulla falda, alla luce dell’aggiunta di un metro e quaranta centimetri di terra in previsione, portano all’idoneità del sito. Ma diverse sono le ripercussioni legate alla possibile realizzazione delle progetto di Cavenord in località Retorto; prima tra tutte l’addio a un investimento da 20 milioni di euro (per 80 posti di lavoro) programmato dalla Lameri Cereals. Ditta che tratta cereali e che non è disposta ad avere a poche centinaia di metri di distanza la discarica di amianto. Ora si profilano nuovi ricorsi al Tar.
ALLONI (CONSIGLIERE REGIONALE PD): “PASSO AVANTI NELLA DIREZIONE SBAGLIATA”
“La conferenza ha fatto un passo avanti nella direzione sbagliata”, è l’immediato commento di Agostino Alloni (a sinistra), consigliere regionale del Pd, una volta appresa la notizia. L’incontro con i portatori di interesse (i sindaci, le imprese che insistono sul territorio e quella che deve realizzare la discarica), il Comune, la Provincia e la Regione, presente Alloni, si è tenuto come detto questo pomeriggio, a Milano. Come racconta il consigliere del Pd, il parere del Comune era favorevole, l’Arpa ha dato un giudizio sul nuovo progetto, che fa seguito a quello bocciato l’anno scorso dalla Regione stessa, sostenendo che è compatibile. “Invece, la Provincia ha assunto una delibera di Giunta stamattina, chiedendo l’apertura di un confronto con la Regione e quindi non esprimendosi nel merito del progetto e in attesa di eventuali soluzioni alternative, tipo lo smaltimento industriale dell’amianto – fa sapere Alloni –. Il risultato è stato che, in zona Cesarini, la Provincia non si è espressa. E a quel punto, non avendo dato un parere definitivo, l’interpretazione della legge ritiene che è come se fosse stato positivo”.
A ciò si aggiunge il fatto che i controlli effettuati dall’Arpa per un anno di seguito per verificare la soggiacenza della falda al di sopra dei due metri, hanno fatto emergere che la discarica, così come progettata, rimarrebbe sempre sopra la soglia, seppure di poco.
“Purtroppo la conferenza ha detto sì – sentenzia Alloni –. Rilevante è stato il parere di Cappella Cantone contro quello dei colleghi e il fatto che la Provincia ha sospeso il suo di parere ma troppo tardi. Il presidente Salini aveva annunciato che avevano cambiato opinione, ma doveva essere negativa perché così ha fatto solo il gioco della conferenza dei servizi e di chi vuole la discarica. La delibera di stamani è stata intempestiva e andava assunta prima: il dialogo andava aperto per tempo, assieme al rinvio e al confronto”.
TORCHIO (CONSIGLIERE PROVINCIALE): “UNA DELLE PAGINE PIU’ VERGOGNOSE DELLA STORIA POLITICA LOCALE”
Giuseppe Torchio (a sinistra), consigliere provinciale, critica il documento della Giunta Salini: “Dalla parole ‘delibera’ in giù, questa decisione, assunta stamane, con i suoi ‘eventualmente’ ed i suoi ‘giri di valzer’ delle non decisioni o astensioni è un monumento alla logica ipocrita del silenzio-assenso e del ‘chi tace acconsente'”. Poi il commento sull’esito della conferenza dei servizi: “Dopo la triste notizia della scomparsa del maestro politico Mino Martinazzoli una seconda non meno grave si è abbattuta nella nostra vita politica. Oggi é stata scritta una delle pagine più vergognose della nostra storia politica locale. Una decisione destinata ad allargare sempre più il fossato che divide la politica dalla gente e ad allontanare i cittadini dall’impegno nelle Istituzioni. E la pilatesca e premonitrice delibera della Giunta provinciale di stamane non fa che aumentare la protesta di fronte a posizioni tartufesche e fantozziane che non disturbano minimamente il manovratore. Provo ribrezzo per una decisione che, in nome del federalismo, calpesta le volontà delle amministrazioni e delle forze economiche, sociali, religiose e culturali del territorio. Di fronte a questo stato di fatto vien voglia di concludere con la sola decisione possibile: abbandonare il campo e lasciare questi decisori al pubblico ludibrio popolare, sempre che la gente ne abbia il coraggio e la forza”.