Cronaca

TALENTI CREMONESI ALL’ESTERO (1) Luca Bertarini, dottorando in Cina: «Cremona è splendida, ma su di me ha un effetto timer»

La Lombardia è la regione capolista nell’espatrio dei giovani. Verso l’Europa e verso gli Usa soprattutto. Nel 2010, 3.560 lombardi tra i 20 e i 40 anni – dati Aire (Anagrafe Italiani Residente Estero) – hanno preso la residenza nell’Ue, 361 negli Stati Uniti. Se si considerano il totale degli espatri tra il 2000 e il 2010, la Lombardia è al secondo posto dopo la Sicilia, con 32.678 casi. Una tendenza sempre più diffusa e sempre più allettante che coinvolge anche molti ragazzi cremonesi. Tra “fughe di cervelli” e “bamboccioni”, poco si sa delle loro storie e delle loro esperienze. Perché hanno lasciato Cremona? Tornerebbero a vivere qui? Cosa avrebbero fatto se fossero rimasti? Dieci domande ai cremonesi all’estero, in una rubrica a puntate su cremonaoggi.it. Dalla Cina all’America, dall’Australia all’Europa.

«Si parla molto di “fuga di cervelli”. Io non mi ritengo né un “cervello”, né tantomeno considero la mia scelta una “fuga” dal nostro Paese». Attacca così Luca Bertarini, 25enne cremonese, in Cina ormai quasi da un anno. Tre anni di università alla Statale di Milano, la laurea magistrale a Venezia e poi la scelta di trasferirsi a Tianjin, metropoli da oltre 10 milioni di abitanti nel nord est della Repubblica Popolare Cinese. E’ un dottorando in relazioni internazionali all’Università Nankai di Tianjin e corrispondente per la rivista “Cina in Italia”. «L’Italia – spiega Luca – non comprende minimamente il potenziale di noi giovani. E con “Italia” non intendo solo le istituzioni, ma includo anche le persone comuni che raramente “scommettono” su qualcuno sotto i 40 anni, in quanto ritenuto troppo (?!?) giovane. Non esiste una nazione perfetta ma Paesi dove gli studenti vengono considerati una risorsa e non un motivo di  “sfruttamento”, quellì sì. Cremona, a malincuore, non fa eccezione».
La vita nel quotidiano, per Luca non è stata un grande cambiamento: da Venezia a Tianjin, fa ancora la vita da studente tra lezioni, conferenze ed esami. «Quello che è cambiato – dice Luca – è il contesto in cui vivo: il governo cinese fornisce ai borsisti delle camere nei dormitori internazionali e ci si trova a vivere fianco a fianco con studenti di oltre 30 nazionalità, cosa praticamente impossibile in Italia dove non esiste la cultura del campus. I miei vicini di stanza sono della Corea del Nord…». E Cremona, nessun rimpianto? «Cremona è una città splendida, caratterizzata da una dimensione umana e storica che manca molto quando si abita in una metropoli. I problemi (meglio parlare di “problemi” e non di “difetti”, con la speranza che un giorno verranno risolti) sono quelli riscontrabili in qualsiasi città del nostro beneamato Stivale, ovvero un’eccessiva chiusura mentale e un provincialismo che troppo spesso ci impediscono di tenere il passo di altre nazioni e restare indietro nel processo di costruzione culturale della tanto citata Unione Europea».
Un maggiore impegno per potenziare il turismo a Cremona e più rapporti di scambio con città di altri Paesi – secondo Luca -, permetterebbero a Cremona, e più in generale all’Italia, di fare un passo avanti e di lasciarsi progressivamente alle spalle un campanilismo che rischia di “tagliarle fuori” senza diritto di appello. «Per quanto mi riguarda – confida -, nonostante l’affetto che nutro per questa città, Cremona ha un effetto timer su di me, un conto alla rovescia il cui ticchettio mi fa passare dall’estrema gioia che provo ogniqualvolta vi faccio ritorno all’esclamazione “Basta, non ne posso più” che mi accompagna in aeroporto per il ritorno in Cina».

Luca spera di passare ancora molti anni all’estero, ma tornerebbe volentieri a vivere stabilmente a Cremona nel futuro. «Mi piace pensare di vivere questa città con ritmi più rilassati – dice – e godermi i miei amici con qualche anno in più e nuove storie da raccontare». Una cosa è certa: non rimpiange la scelta che ha fatto. «Se fossi rimasto a Cremona avrei continuato a fare quello che facevo prima, durante la tesi: lavoretti saltuari nei call center, lezioni ad un ragazzo delle scuole medie, traduzione e interpretariato per piccole aziende della provincia e un’infinità di curricula spediti senza avere il minimo riscontro. Non mi andava di vagare per agenzie interinali dopo tutti gli anni di studio e sicuramente il mio percorso di studi, purtroppo, non è molto “spendibile” a Cremona!».

Greta Filippini

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