Da legna e traffico il 70% del Pm10 Mozione per fare di più contro lo smog
I romantici caminetti a legna e in generale la combustione di biomasse legnose sono i responsabili della quasi totalità di emissioni – a Cremona – di benzopirene, idrocarburo policiclico aromatico tra i più cancerogeni. Anche le polveri sottili (in particolare le Pm2,5, le più dannose per i polmoni) provengono per il 45% da questa fonte; da traffico il 27% delle Pm10; il restante 28% da altri tipi di combustioni. Sono alcuni dei dati emersi durante la commissione comunale Ambiente del 27 gennaio, con la presenza di Arpa Lombardia, dedicata alla qualità dell’aria.
E’ da qui che parte la mozione a firma di Filippo Bonali (Sinistra per Cremona) e Stefania Telli (Fare Nuova la Città) per chiedere al sindaco di fare di più nella lotta contro lo smog. E in particolare, per quanto riguarda le biomasse, di dare attuazione con misure concrete al divieto regionale di accendere i vecchi caminetti a legna e tutti quegli impianti con efficienza inferiore al 63%. Si tratta infatti di impianti fuorilegge, vietati da regione Lombardia nel periodo 15 ottobre – 15 aprile, al pari del blocco delle auto più inquinanti. Ma i cittadini sono poco informati e nessuna campagna specifica è stata fatta.
Bonali e Telli citano altri dati forniti da Arpa, quali il 46% di ossidi di azoto provenienti da trasporto su strada; e quasi il 100% di ammoniaca proveniente dal settore agricolo.
La mozione parte dalla considerazione che “la conformazione orografica del bacino della pianura padana favorisce l’accumulo di inquinanti e quindi, come ammesso dai tecnici Arpa, la soluzione più immediata è non immettere inquinanti in questo settore geografico; le tecnologie attuali permetterebbero di inquinare molto meno non modificando radicalmente lo standard di vita attuale; l’importante sarebbe fare scelte virtuose che spesso sono già nel solco del rispetto delle leggi vigenti”. Le proposte di lungo periodo vanno pensate su vasta scala, almeno regionale, ma è necessaria “un’azione comunale immediata e concreta senza aspettare che siano gli altri a muoversi per primi”. Di qui una serie di proposte che impegnano sindaco e giunta:
– Adottare, discutendone nell’ambito del nuovo piano della sosta e della mobilità in corso di definizione, misure di limitazione del transito nelle zone a traffico intenso e concentrato di fronte alle scuole, dove vi sono spesso i soggetti più deboli (bambini che frequentano e anziani che accompagnano) e dove vige la cattiva abitudine di molte persone di arrivare fino all’ingresso della scuola con l’automobile con il risultato di creare inutili ingorghi, alta pericolosità e continua intensa produzione di smog; si chiede di valutare, insieme agli organi scolastici e alle rappresentanze dei genitori, la possibile estensione della chiusura temporanea, come già avviene nei pressi di alcuni plessi scolastici (esempio: via Corte), secondo le modalità più opportune, in base anche agli altri vincoli viabilistici;
– attivare, in sinergia con l’ufficio permessi, un controllo incrociato tramite database dei richiedenti permesso di circolazione in modo che non si possano concedere permessi di transito a veicoli inquinanti nel centro storico quando vige un divieto di transito proprio riguardante questi veicoli inquinanti (vedasi Euro 0 e alcuni successivi);
– tener alta l’attenzione sui limiti di emissione, rafforzando i controlli della polizia municipale con gli opacimetri al fine di identificare i veicoli che non rispettano i limiti di emissione di inquinanti e quindi a riferirne i dati nella prima commissione ambiente dopo il 15 aprile, termine di scadenza dei divieti;
– attuare una capillare campagna di informazione per mettere a conoscenza i cittadini del divieto di accendere i vecchi caminetti aperti a legna, o altre tipologie se non sono certificate con rendimento maggiore del 63%. )come da legge regionale;
– chiedere urgentemente a Regione di dotarsi di una normativa che permetta di controllare chi infrange la legge, altrimenti tale legge resterà inapplicata;
– creare, grazie alla consueta attività annuale dei manutentori di caldaie, un censimento di tutte le tipologie di apparecchi di riscaldamento presenti in città e di conseguenza un’ulteriore informazione ai cittadini riguardo le normative di utilizzo; con le autorità competenti verificare il loro utilizzo in base alla normativa vigente; coinvolgere in questa azione i comuni confinanti compresi nella zona A1”.
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