Cronaca

I cent'anni di Mario Coppetti: 'Politicanon è mestiere da cui trarre vantaggi'

Altro che una giornata tranquilla. Il 9 settembre 1943 Cremona fu teatro di scontri tra esercito italiano allo sbando e truppe tedesche. Una giornata di sangue e di eroismi, e Mario Coppetti, – artista, uomo politico, insegnante – li ha raccontati nelle dieci pagine del libro “La battaglia di Cremona: 9 settembre 1943”. La presentazione è avvenuta venerdì pomeriggio in sala Quadri, organizzata dall’amministrazione comunale in collaborazione con l’ANPI – Associazione Nazionale Partigiani Italiani (sezione provinciale), con l’ANPC – Associazione Nazionale Partigiani Cristiani (sezione provinciale) e con l’Associazione nazionale Divisione Acqui. “Persona di straordinaria lucidità e chiarezza, che ha visto con i propri occhi un secolo di storia. Un secolo di tragedie ma anche di grandi innovazioni”, così il sindaco Oreste Perri ha presentato il maestro, prendendo posto accanto a lui al tavolo della Giunta, quel posto che Coppetti ha occupato come vicesindaco negli anni Cinquanta. Il 10 novembre taglierà il traguardo dei cent’anni.  In sala, i rappresentanti delle associazioni organizzatrici,  molti cittadini ed ex amministratori cremonesi. In seconda fila, dietro agli assessori Nicoletta De Bona e Jane Alquati, Claudio Fedeli, anch’egli testimone di quegli anni, di poco più giovane e a lungo segretario dell’Msi.

Coppetti spiega come mai ha sentito il bisogno di raccontare quelle giornate: “Ho visto troppi testi che parlano di una Cremona tranquilla, senza combattimenti. Non posso non dare testimonianza di fatti vissuti quando un noto storico autore di vari libri sul fascismo e la guerra scrive (..) che reparti germanici assumono pacificamente il controllo di Brescia e Cremona”. Coppetti, con voce ferma, si alza e ritorna a quei giorni. “Da qualche settimana i tedeschi secondo un piano ben preciso, andavano ammassando truppe fuori città e i circa 600 uomini della Wehrmacht accampati al Migliaro vengono rinforzati da reparti di SS. Proprio questi nella notte dall’8 al 9 settembre si impadroniscono della polveriera di Picenengo dove erano depositate le munizioni, privando così i nostri militari di qualsiasi possibilità di rifornimenti”. Vengono rievocati gli attacchi delle 6 del mattino del giorno 9, con i panzer tedeschi piazzati in via Bissolati, Massarotti, da porta Milano e da porta Po, diretti verso il centro per occupare gli edifici pubblici. “La prima bomba sparata da via Mantova cadrà a poca distanza di S. Omobono”.  La caserma Manfredini di via Bissolati è una delle postazione degli italiani che agiscono senza un coordinamento e nella più totale confusione: 30 feriti e due morti è il bilancio di quel primo mattino. Muore il tenente Vitali, nei pressi del teatro Ponchielli; muoiono nove giovanissimi tra fanti, bersaglieri e avieri arrivati da Milano; muore il tenente Barbagallo del Genio Pontieri “che tentava di opporsi ai tedeschi mentre i circa 300 genieri tenuti in caserma vengono fatti prigionieri”. Lo stesso Coppetti partecipa alla battaglia di Cremona e “mentre accadeva tutto questo a Milano e in altre città vicine tutto era calmo, tutto era già tranquillamente passato sotto il comando tedesco, senza nessuna resistenza da parte italiana”. Vengono poi passati in rassegna singoli eposodi “che rifulgono con maggiore intensità”, come quello dell’anonimo soldato di guardia sul ponte di Po che scarica la sua mitragliatrice addosso a due panzer tedeschi, ma viene schiacciato e poi buttato nell’acqua. Viene ricordata la crocerossina Elda Sacchi, 20 anni, “falciata da una raffica di mitraglia tedesca in corso Vittorio Emanuele”. Il bilancio di quella giornata fu di 29 morti di cui 12 civili e 40 feriti italiani; circa una ventina i tedeschi morti.

“Non è possibile – conclude Coppetti – dimenticare tanto dolore, tanta sofferenze di uomini, donne e fanciulli senza tradire la loro memoria a quelle che furono le loro e le nostre speranze (…) Essi hanno il diritto di pretendere che il fare politica torni ad essere considerato un servizio alla società e non un mestiere da cui trarre i maggiori vantaggi possibili per i singoli o per i partiti”. Un messaggio molto pertinente, che ha concluso la rievocazione a cui fatto seguito l’inaugurazione della mostra delle opere dello scultore, curata da Tiziana Cordani.

Tra le altre iniziative per festeggiare il compleanno, si segnala quella degli Ex Alunni del liceo Scientifico Aselli, che sabato 9 novembre alle ore 10,00, riceveranno in Aula Magna il professore, in compagnia di rappresentanti del mondo della scuola, amici, ex allievi ed ex colleghi. Verrà presentato  un volumetto a lui dedicato e redatto da ex allievi e dal Centro Studi Europeo. Fino al 7 dicembre poi  si potrà inoltre visitare una mostra di disegni e fotografie degli studenti del professore.

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