Cronaca

Allarme antrace all'Associazione medici veterinari, quattro all'ospedale

Sopra, Palazzo Trecchi e gli uffici chiusi (foto Francesco Sessa)

AGGIORNAMENTO – Dopo la busta sospetta contenente polvere bianca bloccata nelle scorse ore a Milano e indirizzata alla Sival (Società italiana veterinari per animali da laboratorio) di Cremona, un altro episodio sconcertante. Nella tarda mattinata di martedì allarme per un secondo plico con polvere bianca, recapitato all’Anmvi (Associazione nazionale medici veterinari italiani) di Palazzo Trecchi. Sul posto operatori del 118, vigili del fuoco, Asl, polizia e Digos. Due impiegate dell’associazione e due uomini delle forze dell’ordine, tutti esposti al rischio di contaminazione, sono finiti in ospedale per controlli e sono stati dimessi. Sospetti su frange estreme del panorama animalista. “Abbiamo sempre collaborato con gruppi animalisti, ad esempio contro l’importazione illegali di cuccioli. Anche se talvolta siamo su posizioni diverse, ci sono generalmente buoni rapporti”, ha spiegato il direttore Antonio Manfredi. C’è però chi vorrebbe abolire totalmente la ricerca sugli animali e non giudica sufficienti normative che migliorano il benessere o limitano l’uso della ricerca stessa: il Parlamento sta proprio discutendo la legge di recepimento di una direttiva europea in materia di sperimentazione animale. Non sono mancate le polemiche: qualcuno potrebbe aver deciso di spingersi fino all’organizzazione di queste azioni inconsulte. Le quattro persone finite all’ospedale sono state sottoposte a cosiddetta ‘bonifica’: doccia, vestiti raccolti in sacchi e tampone nasale per la ricerca del bacillo dell’antrace. Materiale portato all’istituto Luigi Sacco di Milano per analisi. Domani (mercoledì) i risultati. Fino ad ora non è comunque stato riscontrato alcun segno clinico sospetto. Attuata, tuttavia, la profilassi di rito con antibiotici. Il contenuto della busta è invece stato indirizzato a un centro specializzato di Foggia per le verifiche. Alcuni uffici dell’associazione, a rischio contaminazione, rimarranno chiusi fino a quando non sarà stata fatta completa chiarezza sulla natura della sostanza.

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