Una settantina di persone a commemorare Mussolini e Farinacci Il gruppo più numeroso era Casa Pound
Erano più del solito alla commemorazione di Benito Mussolini, di Roberto Farinacci e dei caduti della Repubblica di Salò al Cimitero di Cremona. Una settantina di persone, alcuni volti noti come Alberto D’Angelo o Claudio Fedeli insieme a giovani di Forza Nuova o di Casa Pound (una dozzina, forse il gruppo più numeroso, che sta per aprire una sede in città). Rinforzi anche dalla Francia (quattro con magliette e gagliardetti con croce celtica), dalla Spagna (in tre), dal bresciano e dal parmense. «Anche ai tempi di San Paolo – ha detto Don Oreste, cappellano del cimitero nell’omelia – c’erano patria e colonia. Noi da cristiani abbiamo patria nel cielo e cittadinanza in terra e dobbiamo vivere secondo le leggi del cielo. Parlare di patria è come parlare di Mussolini e della sua peculiarità di saper raggiungere l’uomo là dove viveva. Ecco l’errore del nostro tempo: lo scollamento tra fede e azione politica». Dopo la messa, un corteo si è mosso attraverso il viale centrale aperto dalla bandiera con le insegne della Repubblica di Salò, fino alla tomba di Farinacci e della famiglia Mola. Dopo la benedizione da parte del cappellano, il saluto fascista in memoria di Farinacci e Mussolini e il canto completo di “Giovinezza, Giovinezza” intonato da Alberto D’Angelo.
Vasto lo schieramento di forze dell’ordine (sia in borghese che in divisa fuori dal cimitero) e nessuna contestazione, salvo qualche urlo dal cavalcavia.
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